Sarà l’ultima da presidente-tifoso, come ha sempre amato definirsi, non l’ultima da tifoso e basta, perché Giovanni Cobolli Gigli rimarrà juventino e, conoscendolo, neppure troppo tiepido. Ecco, se un aspetto positivo potrà cogliere nel suo addio alla poltrona da presidente bianconero, sarà quello di non avere più i legacci istituzionali con i quali contenere la propria passione. Quella che, a sprazzi, ha bucato l’aplomb (assai sabaudo per essere lui un lombardo di origini triestine) sgorgando in sfoghi contro gli arbitri. «Non vogliamo fare la figura dei coglioni», sbraitò a Napoli dopo i due rigori generosamente elargiti ai campani. Oppure quel «Non permetteremo che ce lo mettano in... quel posto» (la versione originale era ancor più didascalica), gridato in un megafono, durante una calda notte di calciopoli nell’estate del 2006.
TENSIONE - Stasera sarà regolarmente allo stadio, teso per il risultato che può condizionare la qualificazione in Champions League (il trofeo che lui più di tutti vorrebbe rivincere, perché da buon tifoso juventino si sente orfano di troppe appuntamenti bucati con la coppa dalle grandi orecchie) e certamente un po’ emozionato per quello che rappresenta Juventus- Maccabi Haifa a livello personale. Cobolli chiude un cerchio che si era aperto sabato 19 agosto a Bari, dove la “sua” prima Juventus aveva affrontato il Martina per i sessantaquattresimi di coppa Italia. Nel percorso che va dal Martina alla Champions League (seppure con il meno fascinoso dei tre avversari del girone) c’è tutta la difficile parabola di Cobolli, che ha preso (insieme con Jean Claude Blanc, Alessio Secco e tutta la dirigenza) una Juventus in stato precomatoso e l’ha riportata a vivere più che dignitosamente. A vivere, non ancora a vincere e per chi ama questo club non è un dettaglio, tant’è che il più grande cruccio del Cobolli partente è non essere riuscito a sistemare neppure un trofeo nella sala che sta al secondo piano di corso Galileo Ferraris 32 e di dover lasciare il suo posto in quello che potrebbe essere l’anno nuovo.
SCOMPARIRE - Tant’è, oggi saluterà lo stadio Olimpico (che lui ha imparato ad amare quand’era Comunale). Perché pur rimanendo tifoso, dicono che difficilmente si farà vedere spesso in tribuna, almeno nei prossimi mesi. Il progetto è quello di defilarsi e mantenere un profilo mediatico bassino: una salutare dieta dopo un’abbuffata durata tre anni e non esattamente dovuta a una bulimia da protagonismo, ma più che altro per necessità. Blanc non dominava ancora la lingua e, così, la faccia ce l’ha messa solo Cobolli Gigli. E questo non sarà un trofeo, ma può non essere considerato un grande merito, anche perché mettere la faccia nei momenti difficili non è sempre gradevolissimo.