E' passato un anno e sembra un'eternità. E' passato un anno e tutto è cambiato. Ibra, il "traditore" di Calciopoli, non c'è più. Ranieri - il settantenne, per dirla alla Mou, che non ha vinto nulla - nemmeno. I capelli di Mourinho sono cresciuti e, dicono, sono sempre più grigi. Ferrara, che di questi tempi, un anno fa, si preoccupava della Primavera, oggi, a Primavera, teme forse di non arrivarci. Perfino lo Special One, solitamente mai cordialissimo con la Juve, lo ha consolato domenica scorsa dopo la sconfitta di Cagliari. Altro che nemici storici: Juve-Inter è roba da libro Cuore. Fatto sta che tra Vinovo e Appiano Gentile, la tensione si sentirà anche nell'aria, ma al momento è silenziosa, discreta, protetta. Niente parole, nessun proclama, nessuna sfida nella sfida.
Niente a che vedere con quel che accadde un anno fa quando, come oggi, l'attesa era tutta per Inter-Juve. La partitissima, il derby d'Italia, era in programma sabato 22 novembre, ma a parole era cominciata da tempo. Prima di quel giorno, infatti, era accaduto di tutto. Mourinho, che ora sembra un agnellino, era un fiume in piena che si prendeva la platea italiana tra un Barnetta e un Pirla. E Ranieri, allora sulla panchina bianconera, era finito come gli altri nel suo mirino.
Per questo, disse allora, lo Special One arrivò alla conferenza della vigilia dopo cinque giorni di silenzio. Quindi mantenne un basso profilo alla vigilia e, sul campo, vinse. Oggi fa lo stesso: coincidenze o scaramanzia?
Altre coincidenze: in quei giorni, prima del match di San Siro, all'Inter era scoppiato il caso-Balotelli. SuperMario sembrava essersi smarrito e la sua cessione, allora come oggi, sembrava imminente. In quei giorni, prima del match di San Siro, Adriano era un caso scoppiato da tempo. Era un precursore del Balotelli-moderno: si allenava male, arrivava tardi, non veniva convocato. E cercava, come Marione, di risalire posizioni nella hit di gradimento di Mourinho. Alla fine, contro la Juve, Adriano giocò e magari, alla fine, contro la Juve giocherà anche Balotelli. Perché al portoghese piace stupire e, un po', piace perfino perdonare. Vedremo...
Vedremo, perché fino a quel giorno non sentiremo quasi nulla. Perché Juve-Inter è cambiata con il cambiare dei suoi protagonisti. E perché non c'è più nessun Prisco a scherzarci su e nessun avvocato, anzi Avvocato, a ricordare con classe infinita la storia di questa mitica sfida. C'è, invece, questo clima surreale da guerra da trincea. Con la Juve rinchiusa nel proprio bunker a Vinovo e l'Inter al lavoro nel gelo di Appiano. Ciascuno per conto proprio come se domani non fosse uno dei giorni più importanti dell'anno. Come, appunto, se Juve-Inter valesse semplicemente tre punti come qualunque altra partita. Mourinho, sempre lui, un anno fa disse proprio questo. Poi gli scappò una battuta sul Benfica, ma questa, davvero, è tutta un'altra storia...
è quello ke dovremmo fare anke noi... silenzio stampa fino alla partita col bayern! e invece questi rilasciano 10 interviste al giorno!