TORINO, 13 gennaio - Ibrahim Afellay il giocatore su cui la Juventus punterà per regalare a Guus Hiddink un suo pupillo. Facendo una deroga a quelli che sono i fermi orientamenti di questi giorni: giocatori solo in prestito. Nessuno ufficializza tra virgolette questa scelta, ma tant’è. E’ uscito Tiago, entrerà un centrocampista in prestito: questo il messaggio partito da corso Galileo Ferraris. L’infortunio di Poulsen è andato a complicare ulteriormente le cose, ad assottigliare ancor più il reparto: e il tentativo fatto per Ledesma ieri va inquadrato nell’ottica di correre ai ripari. Solo che la vicenda Ledesma ieri ha vissuto, in casa Lazio, un capitolo che certo non agevolerà il dialogo mirato ad ammorbidire l’argentino e a trovare spiragli per trattarlo (sempre in prestito) prima che si esprima il Collegio Arbitrale (tentativo che sta facendo anche l’Inter): il giocatore è rimasto ad allenarsi solo con Artipoli e Manfredini, fuori dal gruppo, questa cosa lo ha amareggiato non poco, irrigidendolo nelle sue posizioni di scontro con la società biancoceleste.
REGALO ALLA JUVE - Afellay è (sarebbe) comunque il regalo della Juve al suo nuovo tecnico, qualora la posizione di Ciro Ferrara si indebolisca ulteriormente oggi in Coppa Italia con il Napoli o domenica in campionato a Verona, costringendo la dirigenza ad abbassare le ultime difese. C’è da dire che un po’ ha cominciato ad abbassarle Ferrara (sempre a testa alta di fronte alle critiche), paragonandosi sì al pugile Rocky-Stallone, ma ammettendo per la prima volta che il futuro di un tecnico è legato ai risultati. L’olandese del Psv sulla carta costa dieci milioni, è il centrocampista eclettico che potrebbe tornare molto utile perché può giocare da interno, ma si allarga anche sulla fascia. Lo hanno seguito nel tempo Inter, Fiorentina, Real e Arsenal. La Juventus è pronta a far partire l’assalto.
LANZAFAME - Intanto quella di ieri è stata una giornata importante per sbrogliare la matassa Lanza fame, prestato dalla Juve in Emilia a luglio. Juventus e Parma stanno cercando di ricucire i rapporti strappati dalle pressioni che i bianconeri hanno esercitato sul giocatore mettendo il club emiliano in difficoltà (Guidolin ha ammesso di averlo mandato in panchina domenica avendolo visto confuso di fronte alla prospettiva di poter tornare a Torino).