A volare bassi non si rischia di farsi male in caso di caduta, ma ormai è troppo tardi. Perché la Roma ha spiccato il volo. La striscia di 19 risultati utili tra campionato e coppe dice che se c'è un'anti Inter, questa sono i giallorossi. Una squadra rinata e che ha inserito nel proprio Dna la caratteristica principe di Ranieri: non mollare mai. Non è un caso se le ultime tre vittoria (Juve, Siena e Fiorentina) sono arrivate nei minuti finali.
Riise, Okaka e Vucinic sono diventati gli eroi dei tifosi, che ora possono guardare (quasi) tutti dall'alto in basso. Non accadeva da tempo, troppo tempo per la Capitale. E se non ci fosse stato il suicidio di Cagliari, dove la Roma ha incassato nel recupero due gol che l'anno costretta al pareggio, adesso anche Mourinho avrebbe qualche pensiero in più.
Facile dire che è tutto merito di Ranieri. Alla base, invece, c'è una gigantesca voglia di rivincita. Dell'allenatore, scaricato in malo modo dalla Juve dopo averla riportata in alto, ma soprattutto di una squadra derisa, insultata, minacciata. Chi non ricorda i fischi dell'Olimpico dopo il gol di Vucinic contro il Bologna? Ed era solo l'1 novembre...
Certo, il Milan è lì, con una partita in meno, e l'Inter è lontana, lontanissima. Forse irraggiungibile a sentire proprio Ranieri. Però, se si pensa solo a qualche mese fa, quando invece che mirare avanti bisogna guardarsi le spalle, allora tanto vale osare. Che non è sognare.