Carlos Tevez non è cresciuto nella buona società di Buenos Aires. L’attaccante del Manchester City, al contrario, è venuto su in un barrio della capitale argentino, il Fuerte Apache, conosciuto per la sua pericolosità. Questo retaggio ogni tanto viene fuori. È successo anche ieri, quando Tevez ha sentito il bisogno di dire la sua sull’ormai famoso caso Terry-Bridge. Com’è noto, il centrale del Chelsea è andato a letto con la fidanzata dell’ex compagno di squadra (ed ex amico). La conseguenza, oltre a una prevedibile crisi coniugale (a quanto pare risolta), è stata la perdita della fascia di capitano dell’Inghilterra.
L'OPINIONE - Quando gli è stato chiesto che cosa pensava dello scandalo, Tevez ne ha suscitato un altro affermando quanto segue: «È difficile dire qualcosa su quello che Terry ha fatto a Bridge. Penso non si possa fare una cosa del genere con la moglie di un altro giocatore. È sbagliato. Almeno questa è la mia opinione. Quello che ha fatto a Bridge dimostra che Terry non ha un codice morale. Nel mio quartiere, se fai una cosa del genere perdi le gambe o, peggio, non ne esci vivo».
LA LITIGATA - Durante il match di domenica scorsa tra Chelsea e City a Stamford Bridge (terminato 2-4), Tevez e Terry in campo sono quasi venuti alle mani, ma l’argentino sostiene che la scandalo in questione non ha avuto nulla a che fare con la lite. Qualcuno aveva infatti sostenuto che la rabbia di Tevez fosse dovuta al desiderio di "vendicare" il compagno di squadra Bridge. «Non ho litigato con Terry per questo - smentisce Tevez -. Ho litigato con lui perché mi ha preso per la maglia e non mi è piaciuto. Mi sono arrabbiato di brutto con lui solo per questo».
PROBLEMI CON BALLACK - Tevez, il cui carettere è inversamente proporzionale alla statura, ha avuto da ridire anche con Michael Ballack (che poi si è beccato un rosso). «Ho sempre avuto problemi con Ballack - afferma l’argentino -. Ma è solo calcio, non ci sono questioni personali fra noi. Non so, forse non piaccio a lui quanto lui non piace a me. Sul campo, non riesco mai a capire quello che mi dice, ma sono sicuro che nemmeno lui capisce quello che dico io».