STORARI 6 – Messo fuori causa dall’involontario colpo di testa di Motta, che trasforma in tiro imparabile il cross di Vargas. Reattivo su punizione di D’agostino al 95’, per il resto inoperoso.
M.MOTTA 4 – Fatale la deviazione di testa sul cross di Vargas dopo appena 4’. Non tiene mai il cileno nell’uno contro uno, anche perché non è supportato da Krasic. La Fiorentina attacca sempre sulla sua fascia entrando come una lama nel burro. Col passare dei minuti va in netta difficoltà, commettendo anche errori pacchiani in impostazione e alleggerimento. Delneri lo cambia per disperazione.
GROSSO 6 – Partita diligente, senza errori grossolani né giocate risolutive. Mancano però i suoi cross in mezzo all’area, soprattutto dopo l’ingresso di Iaquinta.
BONUCCI 5,5 – Suo il primo squillo in attacco da angolo di Del Piero, in difesa però balla un po’ troppo nei primi 45’. Spesso si affida ai lanci lunghi, regalando palla agli avversari. Anche lui vicino al gol nella ripresa. Brutto il fallo sull’indemoniato Vargas, giusta l’ammonizione.
CHIELLINI 6 – Prestazione stranamente non eccelsa, nel primo tempo perde almeno un paio di palloni pericolosi alla trequarti, mettendo in crisi la squadra. Boruc gli strozza in gola l’urlo del possibile 1-1.
KRASIC 5,5 – Punto di riferimento in avanti, non ripiega praticamente mai in difesa e così facendo lascia da solo Motta che naufraga col passare dei minuti. Triplicato in avanti, è pressapochista, sbaglia appoggi semplici provocando contropiedi pericolosi. Un passo indietro rispetto al recente passato.
FELIPE MELO 6 – Premiato come miglior giocatore di ottobre prima del match, sente molto la partita nei primi minuti. Più volte ripreso da Delneri perché imposta il gioco invece di lasciare il compito ad Aquilani. Cresce come i diesel, strappando la sufficienza nel secondo tempo grazie a giocate di cuore più che di tecnica.
AQUILANI 5 – Soffre tremendamente il pressing viola e il risultato è che la palla non gira come nelle ultime uscite. Apprezzabile la sforbiciata al volo in area su assistenza di Krasic, ma evidentemente il fastidio muscolare avvertito a Genova lo ha limitato. Esce al 15’ della ripresa per non rischiare l’infortunio.
PEPE 7 - il suo destro questa volta non tradisce e il gol realizzato è molto importante perché evita la beffa. Entra da esterno sinistra, va a destra e chiude terzino al posto di Motta. Ecletticità al servizio della squadra.
MARCHISIO 6 – Parte a razzo, poi cala nella ripresa. Scalda i guanti di Boruc con un gran destro di prima intenzione dal limite. Va di nuovo vicino al gol del pari raccogliendo un invito di Del Piero, ma la palla dà solo l’illusione del gol adagiandosi sull’esterno della rete. Dopo l’uscita di Aquilani va in mezzo con Melo. Ammonito, salterà il prossimo impegno per squalifica.
LANZAFAME n.g. - Ha giocato troppo poco.
DEL PIERO 5,5 – In campo dal 1’ al posto del convalescente Iaquinta, si divora un gol incredibile tutto solo in area. Un unico lampo nella notte l’invenzione per Marchisio a fine primo tempo. Mira scentrata, invece, su angoli e punizioni. Prima di uscire a inizio ripresa fa in tempo a spedire a lato un sinistro da buona posizione e un destro su calcio piazzato.
IAQUINTA 6,5 - Nonostante l’influenza che non gli ha dato tregua nelle ultime ore entra subito nel vivo della manovra. Si vede respingere l’1-1 da un miracolo di Boruc dopo aver saltato due avversari. Per il resto utile come sponda, prende una traversa ma a gioco fermo.
QUAGLIARELLA 5,5 – Molto mobile nelle prime fasi di gioco, varia su tutto il fronte non dando mai punti di riferimento ai difensori della Fiorentina. I compagni non lo aiutano e così deve salire fino alla trequarti per prendersi palloni giocabili. Così facendo, però, si toglie l’opportunità di essere decisivo in area.
Mister DEL NERI 5 – Sarà un caso, ma nella settimana in cui si è detto che lo scudetto di fatto è un obiettivo possibile la squadra ha subìto una netta involuzione rispetto alle ultime uscite sotto ogni punto di vista. Tra tutte, la lentezza disarmante della manovra e la mancanza assoluta di idee in campo non hanno giustificazioni. Questa è la dimostrazione che, invece di pronunciare parole al momento ancora proibite, sarebbe meglio continuare a essere umili. Peccato però, il pari del Milan si sarebbe potuto sfruttare in altro modo.