TORINO, 14 ottobre - Da Calciopoli sono passati più di tre anni. Ma la ferita brucia ancora. Ai tifosi della Juventus, ovviamente. Ma anche ai personaggi direttamente coinvolti. In primis Luciano Moggi. L’ex direttore generale bianconero torna sulla vicenda e proclama ancora una volta la sua innocenza: «Giraudo e Bottega andavano presto in sede, io restavo fino a tardi - dice Moggi ai microfoni di Radio Kiss Kiss -. Così abbiamo messo paura a tutti, diventando i più forti. Ho capito che la Juve era odiata: il Napoli non ha organizzazione societaria e, salvo le milanesi e poche altre, noi eravamo più organizzati ed ecco perché eravamo odiati. L’unico modo per mandare via la Triade era sputtanarla. Ci sono riusciti in pieno. Così facendo, la Juve si è suicidata».
NAZIONALE - Nel corso dell’intervista, Moggi affronta anche altri argomenti, tra cui la nazionale. «Perché no a Cassano e sì a Totti? Tutti vorrebbero imporre giocatori alla nazionale. Forse Cassano non è gradito al gruppo. Sento le dichiarazioni di De Rossi e mi faccio questa idea. Totti, invece, se sta bene si convoca da solo. È lui che ha rinunciato alla nazionale, il vero problema è che non corre».
NAPOLI - Big Luciano analizza anche la difficile situazione del Napoli. «Il Napoli dovrebbe avere chi capisce di calcio. Bigon? È un bravo ragazzo, avrei preso Perinetti, per me il migliore. Non so perché non sia stata conclusa la trattativa con Montali, che però non è un uomo di calcio. Bagni consulente del mercato estero? Salvatore viaggia sempre molto, può tornare utilissimo. Il Napoli, però, ha bisogno di un direttore sul campo e ribadisco il nome di Perinetti. Ho mai contattato De Laurentiis? Aurelio ci ha provato una volta durante una partita allo stadio, ma non ho mai dato spazio a certi discorsi, fermo restando che non mi ha mai chiesto di venire al Napoli, né mi sono proposto. Forte dell’esperienza con Marino, dovrà ora programmare con precisione. L’anno prossimo torno nel calcio? Non lo so, ora faccio l’opinionista, poi vediamo cosa succederà»