Juventus sconfitta per la sesta volta nelle ultime otto partite, sesta in classifica, a quattro punti dalla Champions League, senza gioco e identità. Le previsioni di Luciano Moggi si sono puntualmente avverate: "Succede quello che avevo previsto da tempo. La società non esiste, guidata da gente che non sa di pallone. E la squadra fa acqua", spiega l'ex direttore generale bianconero, in una lunga intervista concessa al quotidiano "Il Giornale".
Lucianone non perde occasione di attaccare l'attuale società juventina e anche stavolta lancia frecciate al presidente Blanc ed al vicedirettore Roberto Bettega: "Dopo un anno che era arrivato a Torino, Blanc ebbe il coraggio di dire che il calcio è più semplice di quanto pensasse. Poveretto. Cosa ne sa lui di questo mondo?" .
"L'arrivo di Bettega non ha prodotto risultati? E come poteva? - prosegue Moggi -. Ci vorrebbe un progetto che non c’è. E poi lui non è adatto a tenere il timone di un’azienda. È un bravo ragazzo, un operativo. Se lo mandi in giro fa il suo dovere. Ma ha bisogno di qualcuno che gli stia sopra, come ai tempi miei e di Giraudo".
L'ex dg bianconero affonda il colpo su Bobby gol ed annuncia di aver rotto ogni rapporto con lui: "Non lo stimo più, Bettega. Anzi, sa cosa le dico? Non lo saluterò neanche se me lo ritrovassi a un passo. Ma come? Al Tribunale sportivo di Roma gli azionisti, certi azionisti almeno, ci scaricano e ci tirano addosso. Alla Procura di Torino ci denunciano per infedeltà patrimoniale. E lui rientra in società, dentro questa società? Ci vuole anche la faccia come il c... per richiamarlo. Bettega farà la fine di Ferrara, glielo garantisco. A Ciro gli hanno fatto accettare un gruppo senza capo né coda, a lui rinfacceranno di non aver rimesso a posto la squadra".
Luciano Moggi non fa sconti neppure al suo ex delfino, Alessio Secco, giudicandolo inadatto al ruolo di ds: "È fuori posto, non è un direttore sportivo, di quelli che sanno fare le squadre. Lui può fare il team manager, lavorare dentro lo spogliatoio, fare da intermediario fra società e squadra. Allora sì che potrebbe essere utile".
Cosa fare allora se il manico non funziona? Il "Direttore" - come lo chiamano ancora i tifosi juventini -, indica la soluzione: "Bisognerebbe cambiare la dirigenza. Blanc è al posto sbagliato. E John Elkann sa di calcio ancora meno. In 3 stagioni hanno speso 250 milioni, lo raccontano gli aumenti di bilancio. Antonio (Giraudo, ndr) ed io non abbiamo fatto spendere una lira o un euro agli azionisti in oltre 10 anni di onorata attività. Su questo nessuno può permettersi di dire il contrario".
Moggi auspica un ribaltone simile a quello di 15 anni e mezzo fa: "A metà degli Anni ’90, Gianni Agnelli lasciò il testimone al fratello Umberto. Adesso John Elkann dovrebbe fare altrettanto con Andrea Agnelli, il figlio di Umberto e Allegra. Lui sì che conosce i meccanismi del calcio, è sempre stato vicino al padre, ci ha accompagnato in tante situazioni. Con lui - conferma l'ex dg - tornerei di corsa nella Juventus per rifare una grande società e una grande squadra, in qualsiasi momento. Ci saranno novità dopo il processo di Napoli".
L'intervistatore, Filippo Grassia, ricorda a Moggi di essere squalificato fino al 2011: "E cosa significa? - risponde Lucianone -. Vorrà dire che ricomincerei da consulente di Andrea".
Se invece lo richiamasse Blanc, l'ex dg juventino declinerebbe l'invito: "E chi gli risponderebbe? In un’intervista a Le Monde il signor Blanc ha raccontato che già nel 2004 John Elkann gli aveva detto di voler fare fuori la vecchia guardia e quindi di tenersi pronto. L’affermazione fa scopa con la testimonianza di un generale della Finanza che in tempi non sospetti mi confessò: guarda che Montezemolo ne dice di tutti i colori su di te e Giraudo, vi vogliono togliere di mezzo. Alla fine ne hanno approfittato tutti. Ma chi fa del male, si ritroverà in mezzo al male".
Ora la Juve ha perso tutto il "peso politico": "Il potere è in mano alle milanesi - spiega Moggi -, l’avevo detto tre anni fa che sarebbe finita così. Fate attenzione al volemose bene di Galliani. Quando Adriano dice a Blanc: siete bravissimi, intende dire, siete co... Lui il giochino lo conosce alla perfezione. E l’Inter s’è trasformata in una potenza quando ha acquistato Ibrahimovic dalla Juventus per 25 milioni, salvo venderlo praticamente a 100. Questo volevano e questo hanno ottenuto".
Intanto i tifosi contestano e la squadra rischia di perdere l'Europa. "La squadra non è forte come si pensava la scorsa estate - insiste Moggi -, ma può ancora farcela a guadagnare i preliminari di Champions League, a patto che lasci da parte ogni ambizione e giochi con umiltà. Mercato sbagliato? Certo. Di tutti quanti avrei preso solo Cannavaro che, a essere sincero, mi sta deludendo. Vuol dire che la carta d’identità vale qualcosa. Non avrei mai preso in considerazione Grosso, un mezzo giocatore, non so perché Lippi ci tenga tanto. Su Felipe Melo e Diego hanno sbagliato valutazione. Pensavano che il brasiliano fosse un regista? Ha dovuto dire lui che è un mediano difensivo. Diego non ci azzecca nulla in questa squadra. Nel Werder giocava da seconda e qualche volta anche da prima punta, qui sta a 30-40 metri dalla porta, non gli va di prendere colpi alle gambe. Vi raccomando poi Poulsen, uno come lui è da Juve?".
Capitolo Ferrara. L'ex dg lascia intendere che il giovane allenatore, senza una forte dirigenza alle spalle, non possa fare nulla: "Se fossi nella Juve, lo lascerei al suo posto perché sarei in grado di guidarlo io. Ma io non ci sono".
Moggi esclude soluzioni-ponte per la panchina bianconera e suggerisce alcuni nomi: "Lascerei da parte le situazioni a tempo, tipo Zoff, che è fermo da troppi anni. Hiddink va benissimo. A meno di aspettare Wenger, il manager dell’Arsenal, un grande. Mi piace anche Magath".
In questi giorni si è parlato molto della polemica Ranieri-Juve. Per "il Direttore" fu un errore cacciare il tecnico di Testaccio: "Ma certo. Claudio è una persona seria, competente, conosce il calcio in profondità. Di più non poteva fare. Ma quelli che pensavano di vincere tutto e subito l’hanno attaccato e fatto attaccare a piè sospinto. Con il risultato di mettere Ferrara in panchina, un debuttante. Ma si può?"
Anche Leonardo è un esordiente, ma "i suoi dirigenti l’hanno sostenuto sempre e comunque. Anche nei momenti peggiori", puntualizza Moggi.
Infine Grassia gli chiede "consigli per gli acquisti": "Ne parleremo in futuro - risponde Lucianone -. Nel frattempo Blanc deve chiedere a Grande Stevens, uno dei più illustri legali al mondo, di invitare Mezzaroma, il nuovo proprietario del Siena, a rimandare indietro un giocatore che è della Juventus: Paolucci. Una cortesia costata 800mila euro. Con il cavolo che noi buttavamo via i soldi così".