La bandiera rossonera Paolo Maldini, con una specchiata carriera calcistica alle spalle da capitano del Milan, è indagato dalla Procura di Milano. Per lui le accuse sono di corruzione e accesso abusivo al sistema informatico dell'anagrafe tributaria: per evitare controlli fiscali, avrebbe versato soldi e altre "utilità" a un funzionario dell'Agenzia delle entrate, al quale si sarebbe rivolto anche per acquisire dati riservati su un socio, nell'ambito di un'operazione immobiliare che voleva portare a termine.
Maldini attraverso il suo legale, l'avvocato Danilo Buongiorno, fa sapere di essere "tranquillo e sereno". All'ex terzino rossonero e a sua moglie, Adriana Fossa, indagata anche lei per corruzione, è stato notificato nei giorni scorsi l'avviso di chiusura delle indagini, in vista della richiesta di processo, firmato dal pm milanese Paola Pirotta, nel quale compaiono anche altri 41 indagati. Si tratta di un'inchiesta avviata tempo fa e proseguita con arresti a più riprese, che coinvolge diversi dipendenti dell'Agenzia delle entrate e commercialisti, i quali avrebbero aiutato decine di imprenditori e titolari di società ad aggirare i controlli fiscali o a ottenere trattamenti più favorevoli.
Nell'inchiesta è indagato anche il giornalista sportivo Davide De Zan, che sarebbe entrato nel sistema informatico dell'anagrafe tributaria, , con la complicità di un funzionario, per "ottenere informazioni" patrimoniali sui suoi colleghi Alessandro Piccinini e Paolo Ziliani. Il nome di Maldini, invece, era già comparso nell'indagine nei mesi scorsi, quando era finito in carcere il funzionario dell'Agenzia delle entrate Luciano Bressi. Nell'ordinanza d'arresto veniva riportata una telefonata intercettata del 26 gennaio 2009, nella quale l'ex capitano parlava con Bressi e gli diceva: "Volevo fare una piccola ... verifica su, su, su Alessandro eh ... Come si può fare (...) Su di lui si può fare una verifica eh ... fiscale su di lui... Nel senso se ha avuto problemi con la giustizia ad esempio eh .. Oppure se ha avuto problemi con il fisco ...".
Alessandro Paolo Baresi faceva parte di una società nella quale l'ex calciatore sarebbe voluto entrare per portare a termine un'operazione immobiliare in Toscana. Maldini, dunque, attraverso Bressi avrebbe acquisito "dati riservati": di qui l'accusa di accesso abusivo a sistema informatico. A cui si aggiunge quella ancora inedita di corruzione, contestata anche alla moglie. Maldini e la consorte, stando all'avviso di chiusura indagini, fino al 23 giugno del 2009 avrebbero corrotto Bressi, titolare anche di uno studio commerciale, con somme di denaro per garantirsi "l'esenzione di controlli fiscali da parte dell'ufficio di Milano 1" dell'Agenzia delle entrate.
Come si legge nel capo di imputazione, i coniugi Maldini avrebbero offerto a Bressi, come contropartita, non solo "l'onorario per lo studio (circa 40mila euro annui)" ma anche la "procura speciale" della loro società, la Velvet Sas, "da cui scaturivano ingenti corrispettivi in nero (somma non inferiore a 185mila euro)". Bressi, da parte sua, agiva "in violazione dei principi di imparzialità e trasparenza e con l'assenso e la consapevolezza di entrambi i coniugi Maldini", si interessava "e curava personalmente tutte le più svariate pratiche fiscali inerenti" la Velvet "e i loro interessi personali", garantendogli "l'esenzione di controlli fiscali".
Il legale di Maldini parla di accuse "del tutto infondate" e spiega che il suo assistito "è certo di potere dimostrare l'assoluta estraneità sua e di sua moglie, le cui posizioni dovevano essere quelle di parti lese e non certo di indagati". Anche il padre di Paolo Maldini, Cesare, insieme con l'ex portiere nerazzurro Walter Zenga e Anaclerio Rocco, in arte dj Ringo, hanno sfilato nell'ufficio dell'Agenzia delle entrate Milano 1 per incontrare Bressi. Nessuno di loro risulta indagato, ma i loro nomi erano stati snocciolati da un ex collega di Bressi finito in carcere nell'ottobre 2008 mentre lavorava come cancelliere alla Corte d'appello di Venezia e i loro passaggi sono intercettati anche dagli inquirenti durante le indagini.