Ibra e Kakà: il campionato torna super
Estate del 2009: scenario inquietante. Ibrahimovic e Kakà, pezzi pregiati di Inter e Milan, ma anche di tutto il nostro campionato, lasciano la serie A per andare in Spagna. Terremoto. I critici professano che l'Italia non attira più i fuoriclasse, i campioni, che tutti se ne vogliono andare, che ormai il nostro torneo è di basso livello. Estate 2010: comincia il controesodo. Ibra, afflitto da mal di pancia blaugrana, sceglie il Milan e con lui iniziano ad arrivare altri ottimi giocatori.
Nel giro di pochi giorni, ad agosto quando il mercato è nel suo momento clou, sbarcano in Italia Krasic, Hernanes, Robinho e tornano altri due ex, scontenti delle avventure in terra inglese: Aquilani e Diamanti. Persino il figliol prodigo Adriano decide di fare marcia indietro e rimettersi in gioco nel bel Paese per rilanciarsi.
Poi, nelle ultime settimane, le voci su un clamoroso ritorno di Kakà, conteso tra Inter e Milan e fuori dai piani madridisti di Mourinho, e la brillante battuta del presidente Moratti: "A gennaio prendo Messi". Senza dimenticare che uno dei prospetti più interessanti del calcio internazionale, Dzeko, è da mesi nel mirino della Juventus.
Così, dalle macerie della scorsa estate, la serie A si riscopre improvvisamente accattivante, ammaliatrice di fenomeni e patria di grandi giocatori. Con giovani talenti quali Pato, Pastore (il Barcellona ha offerto 40 milioni di euro per lui), Cavani, Hamsik, Ilicic, Ljajic, Sanchez, Zarate, che tante big d'Europa ci invidiano.
L'esodo verso gli altri campionati è durato un anno: ora i fenomeni hanno riscoperto il fascino italiano, ci hanno ripensato e sono tornati all'ovile. All'appello ne mancano solamente due: Giuseppe Rossi, che ha già espresso più volte la sua volontà di rigiocare in una delle nostre squadre e Balotelli. Vogliamo scommettere che l'avventura al Manchester City di Super Mario non durerà molto?