Al Mondiale si giocherà la panchina!
Il 3-1 della Lazio all'Inter ha riportato indietro le lancette dell'orologio di Rafa Benitez, tornato oggetto di discussione nell'ambiente interista dopo una sconfitta nata da una prestazione timida, molle fino al 2-0 laziale, seguito da una reazione finalmente degna quanto tardiva. L'appuntamento del tecnico col suo destino, per una volta, è chiaro: 18 dicembre, Abu Dhabi, finale del Mondiale per Club: in caso di flop, l'esonero appare sicuro.
I risultati altalenanti, la querelle sugli infortuni (a proposito: venerdì sera nuovo ko per Stankovic, già fermo a ottobre), i rapporti che anche in occasione del "Media Day" dedicato al Mondiale per Club sono apparsi molto formali, certe battute di Moratti che fanno capire come il mal di pancia non sia passato ("Dieci anni fa lo avrei esonerato") compongono il puzzle che la batosta dell'Olimpico riporta sul tavolo di Corso Vittorio Emanuele. Gli antidoti a questi elementi negativi sono innanzitutto la vittoria negli Emirati in quello che va considerato il principale obiettivo stagionale; poi, un'inversione di tendenza negli infortuni e, magari, quel paio di rinforzi invocati dal tecnico: anche se uno di questi, Antonio Cassano, è molto targato Moratti e ben poco Benitez.
Se il pollice dell'invisibile giudice del calcio sarà verso, tutte le strade portano a un solo nome: quello di Walter Zenga. Tecnico di buonissima lana, interista al 100%, detentore di un largo credito coi tifosi, motivatore e "duro" al punto giusto per tentare di raddrizzare morali nel sottoscala. Una scelta mirata a un nuovo ciclo da ricominciare con Pep Guardiola: Barcellona e Chelsea permettendo.