Il presidente federale: «Non convocato per convinzione»
ROMA, 16 novembre - «Lippi non convoca Cassano per convinzione, non per puntiglio». Il presidente federale Abete interviene sulla questione dell’assenza del barese dalla rosa azzurra. Un tormentone che va avanti ormai da mesi e che è destinato a trascinarsi fino ai Mondiali (e forse anche oltre, se l’Italia dovesse andare male in Sudafrica). «Cassano è stato nel gruppo della nazionale agli Europei del 2004 e del 2008 - dice Abete ai microfoni di “La politica nel pallone” di Gr Parlamento -. Non è una persona che la Federazione non ha valorizzato. Bisogna fare una valutazione sulla qualità del giocatore e sulla sua funzionalità in relazione alla squadra. Lippi non lo ritiene funzionale alla competitività del gruppo. È una valutazione legittima e rispettabile, il problema di un giocatore non può diventare il problema della nazionale italiana. In questo caso si tratta di una scelta professionale del ct. Ognuno poi ha le sue modalità di comunicazione. Lippi a volte è molto diretto. È una persona capace, ha dimostrato di saper costruire un gruppo».
L’INVASIONE - Abete è poi tornato sull’invasione di campo di un fan di Cassano durante Italia-Olanda. Un episodio che ai più ha strappato un sorriso, vista la goliardia del gesto, ma che al presidente federale non è sembrato affatto divertente: «Non voglio far diventare drammatico un fatto di costume - dichiara Abete -. Ero seduto accanto al presidente della Federazione olandese che fa parte dell'esecutivo Uefa e non è stato un momento entusiasmante. Se saremo sanzionati, cercheremo di rivalerci. Non si deve ridere per episodi del genere, che rischiano di alimentare fenomeni di emulazione. Non è bello accreditarsi come accompagnatore di un disabile solo per poter essere più vicino al campo».
IL CONTRATTO - Altro argomento toccato nel corso dell’intervista di Abete è stato il contratto di Lippi. «Partiremo per il Mondiale con le idee chiare. Mancano ancora molti mesi. Ci siamo concentrati sulle qualificazioni, dovremo arrivare in Sudafrica con le idee chiare ma senza far diventare questo argomento l'unico problema. La Federazione è responsabile della programmazione: in maniera tranquilla, senza manifesti, eviteremo che si crei una situazione simile a quella di Euro 2008». Evidente il riferimento al clima che ha accompagnato la nazionale dell'allora ct Roberto Donadoni.
NODO AMAURI - Oggi Pazzini ha detto senza false diplomazie che un eventuale arrivo di Amauri in nazionale a lui darebbe fastidio. Abete non entra nella polemica e si rifugia in un discorso generale, lasciando però trasparire l’orientamento favorevole della Federazione alla convocazione del brasiliano: «Oggi il parametro di riferimento è la cittadinanza - afferma -. Un giocatore, se è cittadino italiano, ha tutto il diritto di essere convocato in nazionale. C'è una politica della federazione che tende a non allargare oltre misura la presenza di giocatori non nati in Italia. Lo stesso ct Marcello Lippi ha detto più volte che si trattava di una situazione limitata a pochi calciatori. Non vogliamo perdere la nostra identità, ma non vogliamo nemmeno discriminare». Porte aperte ad Amauri, a quanto pare. Molto diversa la situazione di Mauro Zarate, il cui fratello-agente nei giorni scorsi ha detto di essere stato convocato da dirigenti federali per sondare la disponibilità dell’attaccante della Lazio a giocare con la maglia azzurra. Circostanza che il numero uno della Figc smentisce decisamente: «Il fratello e procuratore del giocatore manda messaggi: non so se li invia a noi o alla Federazione argentina. Nessun dirigente della Federazione italiana ha parlato con Zarate: attendo di essere smentito. Non penso che singoli dirigenti federali si muovano in queste situazioni senza aver sentito i vertici».